Tosse, cefalea, sonnolenza, astenia...
L'inalazione di formaldeide può causare effetti irritativi sia a breve che a lungo termine. Le sue conseguenze sulla salute umana dipendono principalmente da tre fattori:
- il livello di concentrazione aerodispersa;
- il tempo di esposizione;
- la suscettibilità individuale.
Tale sostanza causa irritazione delle mucose, degli occhi e del tratto respiratorio, provocando nausea e difficoltà respiratorie, reazioni allergiche e attacchi di asma. Nel 2004 lo IARC ha inserito la formaldeide nel Gruppo 1 sostanze cancerogene per l'uomo (cfr. Tabella 4).
Gli effetti cronici di un'esposizione continua a formaldeide (anche a basse dosi) possono riassumersi in tosse, cefalea, sonnolenza, astenia, riduzione delle capacità mnemoniche ed alterazioni epatiche.

Il limite tossicologico minimo o Lowest Concentration of Interest (LCI), soglia sotto la quale la formaldeide non arreca conseguenze sull'organismo umano anche se assimilata per lunghissimi periodi, è 10 µg/m³.
Secondo l'OMS, esposizioni a breve termine di concentrazioni inferiori 60 µg/m³ non comportano conseguenze sulla salute, mentre un quantitativo di 30 µg/m³ viene considerato il limite per la soglia olfattiva e la comparsa dei primi segni di irritazione oculare (cfr. Tabella 5).
Se la concentrazione di formaldeide nell'aria cresce fino a 100 µg/m³ si manifestano i primi sintomi di irritazione nasale che, oltre tale limite, possono interessare anche le vie aeree inferiori, la trachea e i bronchi.
L'esposizione a formaldeide è un parametro fondamentale che permette di quantificare il rischio tossicologico della sostanza in funzione di circostanze multifattoriali legate alle sue effettive concentrazioni, al periodo medio di permanenza e alle abitudini degli occupanti: ipotizzando per ogni individuo un'inalazione media di 20 m³ d'aria al giorno, l'OMS ne quantifica il volume potenzialmente respirabile all'aperto, in ambiente abitativo e al lavoro; contemporaneamente, in base alla concentrazione di formaldeide registrata nei suddetti ambiti, definisce un range espositivo legato alla sostanza inquinante e parametrizzato sull'eventuale presenza di arredi nei locali e/o sull'abitudine al fumo degli occupanti (cfr. Tabella 6).
